dal 03.11.2023 al 26.11.2023
Teatro del Lido di Ostia
Autoritratti, collage, ricami e opere d’arte relazionale, ispirate da una personalissima esperienza dell’artista. Opere che raccontano un percorso spirituale basato sull’Islam, e che trasformano ricordi in un messaggio dal forte impatto emotivo.
“Nel 2016 feci per la prima volta un eco addome perché sentivo fortissimi dolori alla pancia. Non si riusciva a capire quale fosse il motivo. Alcune ginecologhe mi dicevano che vedevano nelle ovaie dei microfollicoli, altre mi dicevano che non avevo proprio nulla. Per la prima volta, ho visto il mio utero, e ho conservato tutte le ecografie che ho fatto perché mi piacevano tantissimo. Ciò che mi ha colpito all’inizio è che le fotografie finali rappresentano la pancia simile ad un vaso. Qualche giorno fa ho deciso di dare un significato a questi vasi, tirandoli fuori dal cassetto. Piuttosto che buttare via i ricordi che stiamo accumulando nella vita, non sarebbe meglio rivalutarli? Ritagliando ciò da cui abbiamo imparato per trasformarlo in un messaggio semplice e d’impatto. Il collage è una delle tecniche con cui si può giocare fino all’infinito, che più aiuta a capovolgere i punti di vista che abbiamo del mondo. Guardarsi e riguardarsi dentro è difficile ma terapeutico. L’arte è lo strumento con cui ho deciso di raccontare un percorso spirituale basato sull’Islam, la religione che ho scelto come stile di vita.” Hagar Keshk
Hagar Keshk
Sin da piccolissima ha avuto la forte intuizione che l’arte era e sarebbe stata la sua strada da percorrere. Frequentando lo storico liceo artistico “Via di Ripetta” a Roma, ha iniziato a prendere parte a mostre collettive e a sviluppare il proprio stile poetico e artistico, che parte da una ricerca identitaria, attraverso l’autoritratto e il collage, per finire in opere artistiche relazionali e collettive che hanno come protagoniste le stoffe e il ricamo.