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2025 – 2015. Il lavoro nasce e si sviluppa senza una struttura prestabilita – simile a un organismo – e rispecchia l’imprevedibilità degli incontri che cattura. Fonde fotografia e disegni, testi e memorie. Genera un linguaggio visivo in continua metamorfosi, oltre la documentazione: un progetto che prende forma fisica in venti quaderni d’artista e in una serie di collage in fieri, ciascuno oggetto irripetibile, incarnando la natura interiore ed effimera della ricerca.
Attraverso spazi in cui libertà e trasgressione si intrecciano, è stata la macchina fotografica il mio strumento per esplorare i meccanismi del desiderio e i confini del corpo. Vivendo tra Berlino, Parigi e Roma tra i venticinque e i trentacinque anni, ho seguito il flusso delle mie domande per realizzare scatti intimi con i miei incontri. Inseguirli è stato come cercarsi in uno specchio in frantumi, i cui frammenti riflettono un’unica immagine – lungo una linea d’ombra sempre presente e mai visibile.
Dopo dieci anni di viaggi, sono tornata a Roma, per vivere di nuovo nella casa incui sono nata, dove la mia fine e il mio inizio si confondono. Dai Diari emerge così non solo un archivio fotografico, ma una materia viva in cui arte ed esperienza si dissolvono, e l’atto di vedere diventa inseparabile dal divenire.