Scrittori e artisti presso l’atelier di Aladár Székely

dal 25.11.2022 al 22.02.2022

Istituto Balassi - Accademia di Ungheria

  • Autore/Autrice: Aladár Székely
  • Curatore/Curatrice: Csilla E. Csorba
  • Data Inizio: 25.11.2022
  • Data Fine: 22.02.2022
  • Dove: Palazzo Falconieri - Accademia di Ungheria in Roma
  • Indirizzo: Via Giulia, 1
  • Orari: lunedì - venerdì 09.30-19.30
  • Ingresso: libero
  • Tel. / Mob.: 06.68896700
  • E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • Descrizione Evento:

     

    Il titolo della mostra sull’arte ritrattistica di Aladár Székely rimanda alla poesia programmatica pubblicata dal noto poeta ungherese Endre Ady nel 1906. Le poesie di Ady incantano il fotografo, allora già residente a Budapest. Székely legge tanto, visita le mostre d’arte e le colonie degli artisti con sensibilità artistica e parte per viaggi studio all’estero. Ciò che vede e percepisce negli studi degli artisti tedeschi e austriaci si intreccia con l’entusiasmo verso i “nuovi orizzonti” ed i “nuovi desideri” espressi nel poema. Székely, in un articolo sulla fotografia moderna, pubblicato nel 1907, scrive di “nuove tendenze”, della “sparizione delle vecchie regole obsolete” e della necessità di una “visione cosciente e individuale”: principi secondo cui egli opera.

    Il suo studio – inizialmente in uno dei quartiere di Pest (Józsefváros) e, dal 1910 al centro di Pest in via Váci – è molto frequentato dagli scrittori della rivista progressista Nyugat (“Occidente”), dai pittori, compositori, attori del gruppo considerato avanguardista degli Nyolcak (“gli Otto”) e dai membri delle loro famiglie. Vengono apprezzate il suo nuovo linguaggio delle forme, con cui fa nascere nuovi generi, “le sue immagini crude ma forti”, il fatto che si concentrava sui volti e sull’individuo, che scattava foto solo dopo aver conosciuto un pò la personalità del suo modello. Fu il fotografo esclusivo di Ady e la serie comprendente più di quaranta ritratti di lui è uno dei punti di riferimento della sua attività artistica. A renderlo molto popolare fu una selezione delle sue foto più belle intitolata Írók és művészek (“Scrittori e artisti”) pubblicata nel 1915, oltre che la vetrina che dà sulla strada e le sue fotografie pubblicate in diverse riviste. Fino alla sua morte (1940) è considerato creatore stimato della fotografia artistica ungherese.

    La mostra, dalla variegata oeuvre di Aladár Székely, accanto alle foto di città e di caratteri italiani, pone enfasi sull’arte ritrattistica. I suoi ritratti realistici elaborati con competenza professionale e senso artistico lo rendono senza dubbio uno dei pionieri dei primi due decenni del XX secolo. Pensava di lavorare per le generazioni del futuro e che la sua “raccolta” sarebbe stata apprezzata dal punto di vista storico-letterario e artistico dai suoi posteri così come dai suoi contemporanei.

    • Le immagini della mostra sono state selezionate dalla collezione del Museo Letterario Petőfi da Csilla E. Csorba, curatrice
    • Progettazione visiva Annamária H. Kocsis
    • Grafica, design Dénes Kaszta
    • I testi sono tradotti da Barbara Domány

    Biografia

    • 1870 Aladár Székely, nasce Aladár Bleyer il 5 marzo. È il secondo di sette figli di una famiglia ebrea a Békésgyula.
    • 1890-1893 Viene introdotto nel mondo della fotografia da József Szilágyi, scultore e pittore di stemmi, che insegna al suo apprendista e disegnatore di talento le basi del mestiere. Székely passa questi anni presso lo studio dei fratelli Dunky a Kolozsvár, poi nello studio di Manó Mai ed Ede Mertens a Pest.
    • 1893-1897 Apre il suo primo studio a Gyula, di fronte all’albergo Komló.
    • 1897-1899 Gestisce uno studio di successo a Orosháza, una cittadina dal rapido sviluppo.
    • 1899 Sperando in ulteriori successi artistici e imprenditoriali, apre il suo studio nell’VIII distretto a Budapest, in piazza Mária Terézia 1, dove nell’attico dell’edificio è disponibile uno studio di 10 × 5,29 m che funzionerà fino ai primi anni del 1920. Cambia il suo cognome da Bleyer a Székely.
    • 1902 È il primo fotografo a Budapest ad aprire uno studio con una vetrina che dà sulla strada, in viale József 62, dove scatta fotografie utilizzando anche l’illuminazione elettrica. Probabilmente fu qui che il poeta Endre Ady gli fa visita per la prima volta. Si occupa anche di fotografia all’aperto.
    • 1906 Parte per un viaggio di studio all’estero, visita e studia i più importanti centri fotografici tedeschi (Monaco di Baviera, Dresda, Berlino, Amburgo) e vince un premio ad Amsterdam. Incontra e stringe amicizia per tutta la vita con Endre Ady, uno dei rappresentanti ungheresi più importanti della poesia moderna dell’inizio del XX secolo.
    • 1910 Accoglie i clienti nel suo “istituto d’arte” in via Váci 18, successivamente diventato leggendario. Il suo pubblico è formato da poeti, scrittori, pittori e da famiglie aristocratiche che vanno a trovarlo volentieri. Nasce suo figlio László. Vince una medaglia d’oro alla Mostra Internazionale di Fotografia a Budapest e viene invitato a Londra. È uno dei membri del consiglio dell’Associazione Nazionale dei Fotografi e nel 1914 diventa membro del Club di Fotografi d’Arte.
    • 1915 A Natale autopubblica il suo album di ritratti intitolato Fotografie di Aladár Székely. Scrittori e artisti (“Székely Aladár fényképei. Írók és művészek”) che contiene il meglio della sua fotografia.
    • Intorno al 1920 viaggia spesso in Europa occidentale, girando tutta l’Italia da Nord a Sud.
    • 1922 Partecipa alla IIa Mostra Nazionale di Fotografia d’Arte. Gli è conferito il titolo di Fotografo di corte.
    • 1924 Alla IVa Mostra di Fotografia d’Arte, presenta le sue copie preparate con il procedimento nobile, vince un premio. Nella seconda metà del 1920 espone a Parigi, Vienna, Londra e Barcellona. Viene eletto presidente onorario dell’Associazione Nazionale dei Fotografi Ungheresi.
    • 1926 Pubblica a sue spese un album di fotografie d’arte del poeta Endre Ady, con la prefazione di Zsigmond Móricz.
    • 1930 Passa gradualmente la gestione dello studio a suo figlio László, che continua ad utilizzare il marchio Aladár Székely.
    • 1934 Diventa editore della rivista Magyar Fotográfia (“Fotografia Ungherese”).
    • 1939 Riceve la Medaglia d’Oro Nièpce-Daguerre, il premio più prestigioso della Camera dei Fotografi di Budapest.
    • 1940 Muore a Budapest il 27 settembre.
    • 10 gennaio 1943 Suo figlio László Székely muore eroicamente a Voronež
    • 1977-1985 Una parte significativa della sua eredità viene trasferita alla collezione del Museo Letterario Petőfi.